Stele di Nora, Colonna di Santu Jacci, Vaso di Strisáili (ed. bilingue IT - EN)
Stele di Nora, Colonna di Santu Jacci, Vaso di Strisáili, Vaso di Dueno. Nora’s Stele, Santu Jacci’s Column, Strisáili’s Jug, Dueno’s Vase, by Salvatore Dedola
Edizione in lingua italiana e inglese, 2020, Ed. Grafica del Parteolla
Dalla prefazione:
Abusando degli strumenti dialettici, sono in troppi ad utilizzare l’ossimoro “silenzio fragoroso” nonché il suo contrario “fragore muto”. Perdonate se proseguo nell’abuso del luogo comune, ma su questa Stele si è sempre prodotto un “fragore muto”, nel senso che si è strimpellato così tanto, da indurre nei vari intellettuali, ancora disposti a comprendere, soltanto sordità e mutezza.
Per essere chiari, in Sardegna ci troviamo nel medesimo fracasso festivo evocato dalla vecchia canzone napoletana, che narra della “banda di Pignataro che suonava il Parsifallo… in mezzo a tutta quella gente, nel finale travolgente, si fumarono a Zazà… Dove sta Zazà, o Madonna mia, dove sta Zazà senza Isaia…”.
Chiunque è in grado di percepire che sono proprio le grandi baldorie popolari a creare l’atmosfera ideale per i delitti. L’assassinio perfetto è perpetrato durante le rumorose affollatissime mascherate carnevalesche, tipo la Ratantìra cagliaritana. Nel buio incombente, tra la scia d’immondezza lasciata dalla rumorosa brigata, si trova per caso un morto…
È la Stele di Nora!
Dal “muto fragore” che segue a quel delitto, nulla si riuscirà a produrre come prova. L’autorità degli inquirenti viene surclassata dalle fake news, e “sull’albero morto chiunque viene a far legna”, gratis, senza pagare dazio. Inutile dirlo, quando l’ufficialità lascia un “vuoto strategico”, qualsiasi Sherlock Holmes può sentirsi indispensabile all’indagine, senza però che venga esercitata alcuna moderazione, senza la cura rigorosa che ogni detective dovrebbe avere affinché dal caso perfetto non si precipiti nel caos perfetto.
È questo il palcoscenico in cui sono nati i vari libri relativi al “morto suicidato”, del quale, meschino!, conosciamo soltanto il nome: “Stele di Nora”, nient’altro. Nessun libro proviene da cattedre universitarie, tutti gli altri libri sono privi di “imprimatur”. Ed è su questi, in mancanza di meglio, che adesso io, proprio io, sono chiamato ad indagare. Scopriremo presto se si tratta di pattume o di Sachertorte, come sperabilmente dovrebbe apparir chiaro dall’escussione dei testi.